Alagna e Riva, adagiate sul fondovalle valsesiano, per la continuità geografica e le vicende storiche comuni, sono da sempre comunità legate tra loro. Oggi come ieri hanno bisogno una dell’altra, pur mantenendo ciascuna la propria identità, anzi talvolta contendendosi un primato, che ha avuto fasi alterne nei secoli, ma che ha comunque posto l’accento sul destino comune.
Anticamente costituivano una comunità unica, conosciuta con il toponimo Pietre Gemelle, nome che lascia intuire la duplice identità fin dalle origini, simboleggiata dai due imponenti massi, appunto gemelli, visibili tutt’oggi nel giardino del residence omonimo.
Nella medioevale Pietre Gemelle convivevano due diverse comunità, distinte spazialmente: Riva, d’insediamento più antico, occupava i territori pianeggianti più a sud e aveva carattere tipicamente valsesiano, Alagna, insediatasi nei prati più settentrionali era di stirpe alemanna e di lingua walser.
Per identificare il luogo in questione, coesistevano due toponimi, espressi nelle rispettive lingue: il valsesiano Pietre Gemelle (lt. Petriszumellis) e il walser Pressmell. Ma la comunità era unica e unica la parrocchia.
Oggi, diventate un comunico unico, investono in uno sviluppo turistico di qualità, attento allo sport, alla storia e alla natura, che ha fatto dell’antica Pietre Gemelle la Porta sul Monte Rosa in estate e il Free Ride Paradise in inverno, fiore all’occhiello del variegato ambiente della Valsesia del XXI secolo.
La val Vogna, valle fluviale, particolarmente selvaggia, stretta e incuneata tra le montagne, è attraversata dall’antica strada che per secoli ha collegato Riva Valdobbia con Gressoney e la Francia, luogo di transito di molti emigranti, che per secoli hanno varcato il Colle Valdobbia in cerca di fortuna. Un territorio con una natura selvaggia ma amica, in cui l’antropizzazione si fonde equilibrata con gli elementi naturali.
La valle è disseminata di splendidi borghi Walser e da numerosi piccoli oratori di notevole importanza storico-culturale. Rilevanti l’oratorio di San Grato della Peccia e, poco oltre, il ponte detto di Napoleone, costruito dai soldati francesi al comando del Generale Lecchi (un’armata di 2561 uomini), di passaggio nella valle nel maggio del 1800. I primi documenti concernenti gli insediamenti urbani della Valle Vogna risalgono al 1325, nello specifico all’abitato della Peccia, primo nucleo colonizzato da Walser provenienti da Verdobi (Gressoney Saint Jean), località da cui mosse la colonizzazione della Valle Vogna.