Il Forte di Bard ospita 59esima edizione di Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra. Utilizzando il potere emotivo unico della fotografia per coinvolgere ed emozionare il pubblico, le immagini fanno luce su storie e specie di tutto il mondo e incoraggiano un futuro a difesa del Pianeta. Wildlife Photographer of the Year fornisce una piattaforma globale che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate intraprendono un tour internazionale che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone.
Per l’Italia la prima tappa è al Forte di Bard; gli scatti premiati nelle 17 categorie sono presentati in un suggestivo allestimento nelle Cannoniere all’interno di light panels che le rendono ancora più emozionanti.
Il concorso quest’anno ha registrato 49.957 iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza provenienti da 95 paesi. Le immagini sono state giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all'originalità, alla narrazione, all'eccellenza tecnica e alla pratica etica.
A vincere il titolo di fotografo naturalista dell’anno è stato il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021, grazie all’immagine The golden horseshoe, che ritrae un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, mentre si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi dorate. «Vedere un esemplare di limulidae che vive nel suo habitat naturale in tutto il suo splendore è un’esperienza stupefacente. Si tratta di una specie antica e ad alto rischio di estinzione, ma anche fondamentale per la salute dell’essere umano» afferma Kathy Moran, Presidente della giuria.
Il Young Wildlife Photographer of the Year 2023 è stato assegnato all’israeliano Carmel Bechler con l’immagine Owls’ road house che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Kathy Moran, redattrice e presidente della giuria ne evidenza i diversi livelli di contenuto e composizione: «L’occhio viaggia attraverso la strada, nel traffico prima di avvistare i gufi. Allo stesso tempo grida alla distruzione e all’adattamento dell’habitat, sollevando un quesito: se la fauna selvatica può adattarsi al nostro ambiente, perché non possiamo rispettare il loro?».
Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (menzione speciale nella sezione Photojournalism), Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione Zone umide), Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria Talento naturale), Ekaterina Bee (vincitrice nella categoria 11-14 anni), Pietro Formis (menzione speciale nella sezione Ritratti animali).