Per raccontarvi cosa significa sciare nel Monterosa Ski, ci facciamo accompagnare da due giovani che di queste montagne conoscono ogni angolo. Federico e Laura, studenti di giurisprudenza all’ultimo anno, sono appassionati di montagna e frequentano queste vette sin da piccoli, trascorrendo le vacanze nella loro casa di famiglia a Champoluc. Oggi, però, hanno deciso di esplorare il comprensorio da una prospettiva diversa, partendo da Alagna Valsesia per percorrere il giro delle tre valli in senso inverso rispetto al solito. In questo racconto, Federico e Laura diventano l’ideale compagno di viaggio, incarnando quella passione per il Monterosa che tanti condividono e che cresce a ogni discesa.
La partenza senza code, grazie alla tariffazione dinamica
L’avventura di oggi inizia di buon’ora, quando Federico e Laura parcheggiano l’auto ad Alagna Valsesia. La piccola borgata piemontese, ai piedi del Monte Rosa, è ancora silenziosa e immersa nel chiarore delle prime luci del giorno, ma ci sono già molti sciatori davanti agli sportelli di biglietteria. D’altronde, con una giornata così, non c’è da stupirsi: non si intravede neanche una nuvola. “È strano partire da qui,” dice Laura sorridendo, mentre si aggiusta il casco. Di solito, iniziano la giornata dal versante valdostano, a Frachey in Val d’Ayas, ma oggi vogliono spezzare la routine sperimentando l’emozione di attraversare le tre valli in senso opposto.
Federico e Laura sono già pronti ad affrontare la giornata in pista, senza doversi fermare in biglietteria. Grazie alla tariffazione dinamica di Monterosa Ski, hanno potuto acquistare il loro skipass comodamente online. Questo sistema premia chi acquista in anticipo: più presto si effettua l’acquisto, maggiore è il risparmio. Inoltre, il prezzo online è sempre più vantaggioso rispetto a quello praticato in cassa.
Tramite webshop, Federico e Laura hanno ricaricato online la loro keycard, acquistata nelle stagioni precedenti e dotata di chip, che consente loro di accedere direttamente ai tornelli con il biglietto già memorizzato. Senza bisogno di fermarsi a fare code, possono sfruttare appieno ogni momento della giornata e sciare a mani libere, grazie a questa tessera che ha validità pluriennale e può essere utilizzata in tutte le stazioni sciistiche della Valle d’Aosta.
Strisciato lo skipass al tornello, Federico e Laura salgono sulla telecabina Alagna-Pianalunga e poi prendono il Funifor Pianalunga-Cimalegna-Passo dei Salati fino a raggiungere quota 2.971 metri. Qui, un panorama immenso li accoglie: a sud, le cime degli Appennini e il Lago Maggiore che luccica in lontananza; a ovest, la piramide inconfondibile del Monviso e il Testa Grigia; e più a est, la maestosità del Monte Rosa con il suo punto più alto, la Capanna Margherita a quota 4.554 metri, il rifugio più alto d’Europa.
“Qui è come se la montagna si aprisse davanti a noi,” commenta Federico, mentre ammira il panorama. “Una sensazione unica.” Laura, affascinata, non perde l’occasione di scattare una foto per immortalare il momento. Poi, pronti a scendere, si avventurano sulla pista Salati, una “rossa” ampia e sinuosa che offre l’occasione perfetta per scaldare le gambe e lasciarsi trasportare da curve ampie e regolari.
Federico sorride pensando alla prossima volta che tornerà a sciare qui. "La prossima volta porto anche i miei amici, quelli che amano il fuoripista," dice. "Voglio portarli nel Monterosa Freeride Paradise. Un’esperienza unica." Infatti, per chi cerca un’ulteriore dose di adrenalina e desidera scoprire la montagna senza i confini delle piste, Monterosa Ski offre il "Monterosa Freeride Paradise". Per accedere a questo paradiso del fuoripista, bisogna prendere l’impianto che parte dai 2.971 metri del Passo dei Salati, proprio sulla linea di confine tra Valle d’Aosta e Piemonte, e prosegue fino a 3.275 metri del ghiacciaio di Indren. Da qui, si apre un territorio selvaggio, ideale per chi ha voglia di esplorare e vivere l’emozione di scivolare fuori pista, in un ambiente che non conosce limitazioni. Nessuna pista, nessun confine, solo libertà e adrenalina pura.
La sfida della Moos e il panoramico Colle Bettaforca
Dopo qualche minuto di discesa, i due arrivano al Gabiet, dove scelgono la pista “nera” del Moos, un tracciato tecnico e ripido che Federico non vede l’ora di affrontare. “A te la sfida, io ti aspetto in fondo!” ride Laura, preferendo continuare sulla telecabina. Raggiungono Stafal, e dopo una breve sosta in un bar locale per una cioccolata calda, riprendono la salita sul versante opposto della Bettaforca, prima con la funivia Stafal-Sant’Anna e poi con la seggiovia Sant’Anna-Colle Betta.
Arrivati in quota, a 2.727 metri, si fermano un attimo ad ammirare il ghiacciaio del Lys e la cresta del Lyskamm, anche conosciuta come la “Mangiatrice di uomini” per le sue sfide storiche agli alpinisti. Ogni montagna qui porta con sé una storia, un’energia che Federico e Laura sentono nell’aria, con quel senso di riverenza che queste cime suscitano. È un paesaggio maestoso, capace di far sentire piccoli e, al contempo, parte di qualcosa di grandioso.
Pausa pranzo al Colle Betta
Dopo qualche discesa, è ora di pranzo. Federico e Laura si fermano al “2727 Colle Betta,” un rifugio incastonato nella neve, dove decidono di concedersi un pasto che celebri i sapori della montagna: polenta concia, formaggi locali e un bicchiere di vino rosso per scaldare l’atmosfera. “Dobbiamo ammettere che la cucina valdostana sa il fatto suo,” sorride Laura, gustando un boccone di toma. Usciti dal rifugio, all’orizzonte si stagliano il ghiacciaio del Gran Paradiso, il Monte Zerbion, la vallata di Nana e il Gran Tournalin, quasi a salutare il loro ritorno sulle piste.
La discesa verso la Val d’Ayas: un tuffo tra i larici
Ripartiti, Federico e Laura affrontano la pista “rossa” della Bettaforca, per poi scendere lungo il tracciato dei Larici, immerso in un suggestivo bosco di conifere dall’atmosfera quasi fiabesca, da cui il percorso prende il nome. Si fermano un istante per ammirare il villaggio walser di Resy, un piccolo borgo sospeso tra passato e presente. Qui, le case in legno e pietra, i tradizionali “rascard”, raccontano storie antiche, mentre la quiete che avvolge il luogo sembra appartenere a un altro tempo.
Scendendo fino all’Alpe Ciarcerio, prendono la seggiovia Alpe Mandria fino al Mont Ros, raggiungendo i 2.457 metri di quota, e si fermano per a contemplare la valle. Lì accanto, il Lago di Ciarcerio, visibile solo d’estate, si trasforma in una distesa di bianco assoluto che riempie la vista. Proseguendo, prendono la seggiovia Lago Ciarcerio-Alpe Belvedere, che offre una vista ampia sulle vette della Val d’Ayas: il Castore, il Breithorn, la Gobba di Rollin, e in lontananza, dopo il famoso Vallone delle Cime Bianche (chiamato anche vallone Cortot in quanto da esso trae origine il famoso “ru” – canale - costruito in epoca medievale che porta le acque dal ghiacciaio di Ventina sino al Col di Joux), il mitico Cervino, imponente con i suoi 4.478 metri.
L’arrivo a Champoluc
L’ultima discesa è dolce, un percorso ampio e facile che regala a Federico e Laura il tempo per chiacchierare e riflettere sulla giornata. Giunti al Crest, la vista si apre sul comune di Ayas. Un’ultima discesa li conduce sulla pista Del Bosco, che attraversa una foresta di larici e abeti secolari, fino ad arrivare finalmente a Champoluc. La località, situata a 1.568 metri, si trova in una conca ampia e soleggiata, dominata dai ghiacciai che la circondano e ne completano lo scenario naturale.
Dopo aver esplorato le bellezze del Monterosa, Federico e Laura decidono di fermarsi a dormire nella casa di famiglia a Champoluc, dai genitori di Federico. È qui che trascorreranno la serata, tra risate e racconti di una giornata perfetta, con la luce che tramonta lentamente sulle vette che li hanno accompagnati. L’indomani, con calma e senza fretta, riprenderanno il loro viaggio, rifacendo il percorso inverso per tornare ad Alagna e recuperare la macchina.
Ma è bene ricordare che, per gli amanti della sfida, il giro delle tre valli è assolutamente fattibile in giornata. Un itinerario che vi permette di partire da un punto, attraversare tutte e tre le valli (Val d’Ayas, Valle di Gressoney e Valsesia) e tornare al punto di partenza, con il tempo per godervi ogni singola discesa, e magari fare una pausa in uno dei tanti rifugi panoramici lungo il percorso. La bellezza di Monterosa Ski, infatti, sta anche nel poter scegliere come affrontarlo: con una giornata lunga e intensa, oppure con il ritmo più tranquillo di chi sa che il tempo, qui, sembra dilatarsi in un’armonia perfetta tra natura e montagna.