Raggiunto il Colle Pinter, si riconosce subito il sentiero 11A, indicato da un segnavia dipinto sulle rocce, che lascia il valico in direzione nord. Questo si sposta subito sul lato ovest e risale un costone con piccoli tornanti inizialmente su terra e poi su terreno roccioso o detritico, in generale piuttosto friabile. Piccoli salti di roccia vanno superati con l’aiuto delle mani.
Il sentiero imbocca poi un canale detritico piuttosto ripido, da risalire con attenzione su sentiero sempre tracciato che supera qui alcune decine di metri di dislivello anche con piccoli tornanti.
All’uscita del canale ci si trova su un falso piano, dove la traccia punta più decisamente verso la cima, già ben riconoscibile di fronte, e converge verso il filo di cresta che unisce il Testa Grigia al M. Pinter, la modesta elevazione a sud, riconoscibile grazie alla presenza di un grande pannello riflettente. Raggiunta la cresta è possibile eventualmente deviare verso sud per portarsi al Bivacco Ulrich Lateltin con pochi minuti di cammino per lo più in piano.
Per raggiungere il Testa Grigia, invece, si percorre la cresta verso guadagnando ancora quota, alternando passaggi sul lato est ad altri sul lato ovest, fino a raggiungere un primo salto di roccia di alcuni metri, attrezzato con una catena. Questo si supera utilizzando alcuni gradini naturali come appoggi, e issandosi a forza di braccia con l’aiuto della catena (o arrampicando, alzando però il grado di difficoltà).
Superato questo salto ci si avvicina alla parte terminale della salita; qui si affronta una cengia sul lato est, con fondo di terra o fini detriti leggermente inclinato verso l’esterno e parzialmente incassato sotto la parete, lunga una ventina di metri e con un certo grado di esposizione.
Al termine della cengia si affronta poi la rampa finale, su roccia ripida anche se gradinata, e attrezzata con un cavo metallico assicurato in più punti. Alla fine del cavo la pendenza diminuisce; gli ultimi metri di sentiero conducono all’ampia vetta.