Itinerario principale
Il Tour del Monte Rosa (TMR) è un trekking di dieci tappe che in poco più di 160 chilometri ti porterà a passeggiare tra le vette più alte d’Europa, là dove l’aria si fa più sottile, le rocce affiorano dal ghiaccio e il silenzio è prezioso.
Questo percorso è un mix tra alta montagna e momenti di ritorno alla civiltà: alcune tappe si concluderanno presso rifugi alpini, altre in caratteristici centri del fondovalle. L’esperienza sarà a 360°, sperimenterai ogni sfaccettatura della vita di chi vive ai piedi dei Giganti d’Europa e della cultura Walser.
I paesaggi ti sorprenderanno per la loro bellezza, sarà un susseguirsi di 40 cime che superano i 4.000 metri d’altitudine. Il Monte Rosa sarà il padrone di casa in questa avventura, ma non mancheranno strepitosi scorci anche sul Cervino.
Il TMR non è un itinerario recente, anzi, il primo a percorrerlo fu Horace Bénédict de Saussure, un facoltoso scienziato svizzero, nonché un grande alpinista. Il 15 luglio del 1789 partì da Ginevra, fece il Passo del Sempione e si addentrò in questa terra sconosciuta.
Questo itinerario è transfrontaliero: si sviluppa in due nazioni, Italia e Svizzera. Il periodo migliore per percorrerlo va da giugno a settembre, durante i mesi d’apertura dei rifugi alpini.
Cosa serve
Il Tour del Monte Rosa è molto impegnativo, perché richiede una buona preparazione fisica e una buona conoscenza dell’ambiente alpino. Il percorso può essere semplificato e accorciato utilizzando gli impianti di risalita. Per percorrerlo non bisogna avere problemi di vertigini perché alcuni tratti sono attrezzati con corde fisse, ma pur sempre esposti. Lungo l’Europaweg, inoltre, c’è un lungo ponte tibetano sospeso nel vuoto.
Nello zaino dovrai avere sempre con te abiti adatti a quelle quote, creme solari, scarponi resistenti, kit di pronto soccorso, tanta acqua e barrette energetiche.
Valle di Gressoney
È la più lunga delle valli valdostane: 36 km fino a Stafal, l’ultima frazione di Gressoney-LaTrinité. Bagnata dal torrente Lys (nome con il quale viene chiamata anche la valle), inizia a Pont-Saint-Martin, 345 m.
Stretta e tortuosa nella parte bassa, si allarga brevemente in quella mediana, presso Gaby, per cambiare volto a Gressoney-Saint-Jean (1385 m), grandiosamente ampia. Questo è il centro principale, bello e signorile, con il castello Savoia, lunga sede di villeggiatura della Regina Margherita. Punto di partenza e arrivo ai colli Pinter e Valdobbia.
Una serie di frazioni segue la strada fino a Gressoney-La-Trinité (1624 m) per terminare a Stafal (1825 m).
Funivia e seggiovia della Bettaforca e del Passo dei Salati, utilizzabili per le traversate del Passo del Rothorn e per il Col d’Olen.
Resy – Stafal (Gressoney-La-Trinité)
Parti dall'incantevole Resy a 2072 metri sul livello del mare e avventurati lungo la strada sterrata che conduce al suggestivo Colle di Bettaforca. Dopo circa 700 metri, ti imbatterai nell'antica e pittoresca Alpe Forca inf., a 2142 metri di altitudine. Da qui, il sentiero svolta dolcemente a destra attraverso i rigogliosi pascoli, conducendoti all’Alpe Mandria a 2271 metri.
Continua il tuo viaggio fino al maestoso Lago Ciarcierio a 2376 metri; quindi, percorri le colline sopra l'Alpe Contenery a 2275 metri, avvolto dalla bellezza dei pascoli e delle pareti circostanti. Il sentiero culmina in una salita ripida verso la gloriosa vetta del Passo del Rothorn a 2689 metri.
Da qui, abbandonati allo spettacolo del panorama mozzafiato che si estende fino al maestoso Cervino. Se desideri ammirare il Rosa, alza lo sguardo verso sud, dove i quattromila, dal Lyskamm alla Dufour, si ergono maestosi. Prenditi un momento per contemplare il Rothorn a 3152 metri, proprio a sud del passo.
Una breve discesa ti condurrà ai Laghetti del Salero a 2625 metri, gioielli incastonati tra le selvagge rocce e guglie. Qui, immerso nel silenzio, potrai osservare le marmotte che popolano abbondanti i pascoli circostanti. Attraversali e giungerai alla pista che scende dalla Bettaforca a Sant'Anna, dove potrai continuare il tuo viaggio sulla strada o optare per la comodità della funivia che ti porterà a Stafal a 1825 metri.
Stafal – Col d’Olen
Parti da Stafal e affronta il versante opposto, seguendo il sentiero nel suggestivo vallone di Mos. Attraversa l’Alpe Mos e supera uno sbarramento di rocce per giungere al pianoro dell'Alpe Gabiet, a 2318 metri di altitudine.
Presso il Gabiet un sentiero attraversa il Rio Endre che scende nel vallone del Mos e sale in circa 20 minuti all’Alpe Lavetz a 2453 m, ubicata su un piccolo ripiano del fianco opposto, in cui nel lontano 1778 i coraggiosi “sette gressonari” trascorsero la notte prima di raggiungere il Colle del Lys.
Continua il tuo viaggio verso il Col d'Olen lungo una suggestiva strada sterrata, passando accanto ai resti delle antiche miniere utilizzate dai Vincent per estrarre l'oro dalle profondità della terra. Lasciati incantare dal panorama mozzafiato che si apre sul versante meridionale del Rosa, dal Lyskamm alla Vincent.
Abbandonati alla bellezza della natura lungo il sentiero che conduce al Col d'Olen a 2881 metri.
Cenni storici
L’Ottocento fu un grande secolo per la conquista alpinistica dei 4.000, in quel periodo le condizioni dei ghiacciai erano molto diverse rispetto a quelle attuali, l’equipaggiamento era rudimentale e spesso i pionieri dell’alpinismo non sapevano minimamente a cosa sarebbero andati incontro. Gli avvicinamenti venivano fatti con carrozze, muli e biciclette – fino a dove si poteva – poi le gambe erano l’unico mezzo di trasporto. Horace Bénédict de Saussure si spinse in quei luoghi – accompagnato dal figlio – per studiare l’orografia, le popolazioni indigene e tutti i fenomeni che caratterizzavano quei territori.
Fin da quel momento, infatti, quelle aree e quelle vette erano innominate o portavano nomi dati dalle comunità che le abitavano, che richiamavano la loro morfologia, in alcuni casi erano viste come luoghi inaccessibili e talvolta demoniaci.
Come detto in precedenza, nell’Ottocento molti seguirono le sue orme e si spinsero ben oltre. Nel secolo successivo, però, questo tour perse d’importanza per motivi legati anche allo scoppio delle guerre mondiali. Nel 1994 nacque l’Associazione “Tour Monte Rosa” che riprese in mano la storia di questo percorso, valorizzandolo sempre di più.