L’itinerario parte dalla piazza di St.-Jacques, dove si trova un parcheggio.
Si lascia il parcheggio passando di fronte alla cappella e salendo poi dritti verso Blanchard. Si oltrepassa il ristorante Fior di Roccia incontrando un bivio i cui due rami sono separati da una cappelletta; qui si prosegue dritti. Poco dopo si attraversa il torrente su un ponticello e ne si costeggia poi la destra orografica (sentiero 7/8).
Dopo 100 m. circa di salita lungo il torrente si incontra un sentiero proveniente da sinistra, e lo si segue verso destra attraversando nuovamente il torrente. Qui ha inizio la salita verso Fiery, che si snoda nel bosco salendo con buona pendenza per alcune centinaia di metri. Raggiunta la quota di Fiery (m. 1875) si incontra un bivio segnalato da abbondanti indicazioni, e si prosegue a sinistra raggiungendo così l’abitato di Fiery, con l’antico hotel Belle Vue sul retro della quale si trova una targa in ricordo di Guido Gozzano, che qui ha soggiornato nel 1910.
Sul retro dell’Hotel Belle Vue prosegue il sentiero verso il Vallone delle Cime Bianche, numerato 6, 6A e 6B, che attraversa il piccolo altopiano alle spalle di Fiery e si porta con un ponticello sulla destra orografica del torrente.
Si scarta subito la diramazione 6C per l’Alpe Vasè e si ricomincia a salire nel bosco con pendenza media. Un bivio successivo riporta il sentiero 6 sia a destra che di fronte, ma si procede dritti. Successivamente si scartano le altre diramazioni (8E) e si procede sempre dritti restando fedeli al segnavia 6.
Usciti dal bosco si sale sul versante destro con alcuni tornanti toccando l’Alpe Ventina (m. 2182), su alcune carte riportata come Aventina.
Alcune centinaia di metri dopo l’Alpe Ventina a destra si stacca il sentiero 6C per il Bivacco Città di Mariano – indicato, ma in anticipo, da segnavia dipinti su un grande masso erratico e poi da una palina con i consueti cartelli gialli - e lo si evita, toccando così i resti dell’Alpe Varda (m. 2337), nei pressi del quale si trova una zona umida.
Superata l’Alpe Varda, di fronte appaiono le tre cime che danno il nome alla zona: da sinistra la Punta Sud, il Bec Carrè e la Gran Sommetta. Si guada il torrente portandosi sulla sinistra orografica e raggiungendo una nuova zona umida, che va attraversata con una serie di guadi fino a raggiungere l’Alpe Mase (m. 2403), nei cui muri perimetrali sono inglobati resti di lavorazione di pietra ollare, attività che – insieme a quella estrattiva – è stata a lungo praticata nel vallone.
Il sentiero ricomincia poi a salire sulla sinistra con alcuni tornanti e alcuni guadi, alternando salite e piccoli altopiani.
In uno di questi si trova una nuova biforcazione; il ramo numerato 6A/6B, a cui non corrisponde però una visibile traccia a terra, conduce verso il Colle di Roisettaz e il Colle Inferiore delle Cime Bianche, ma per il Colle Superiore si resta sul 6, ora identificato anche come TMR (Tour del Monte Rosa).
Dopo un nuovo guado e una lieve salita si raggiunge la riva del bacino sud del Gran Lago delle Cime Bianche, a quota 2807, di cui si guada subito l’emissario ricominciando a salire con tornanti e pendenza moderata sul versante ovest. Notevole la vista sul Gran Lago, di un colore blu intenso e spesso ancora ghiacciato almeno in parte ad inizio estate. Più a est e più lontano appare anche il Lago di Ventina (m. 2910) o Lago della Punta di Rollin.
Quando la pendenza del sentiero si va riducendo si raggiunge infine il Colle Superiore delle Cime Bianche.
Si apre ora uno spettacolare panorama su Dent d’Hérens, Cervino e Grandes Murailles. Si ha anche un brusco risveglio, con l’improvviso passaggio dall’ambiente quasi incontaminato dal quale si proviene a quello fortemente infrastrutturato della conca di Cervinia che tocca anche il Colle Superiore delle Cime Bianche.