Il castello di Issogne, che all’esterno appare come un anonimo palazzo, cela al suo interno una splendida dimora cortese, miracolosamente conservata nel suo aspetto di inizio Cinquecento.
Costruito su di un sito abitato sin dall’epoca romana, ha origini antiche: già nel XII secolo è documentata una torre appartenente al vescovo di Aosta. Divenuta in seguito proprietà della famiglia Challant, si ingrandì a più riprese finché a fine Quattrocento, per opera del priore Giorgio di Challant, personaggio colto e raffinato, i vari corpi di fabbrica furono riuniti a formare un complesso più omogeneo. Vennero realizzati dei loggiati, affrescato il cortile, il porticato e alcune sale interne, ampliata la cinta muraria per contenere un giardino e un cortile con al centro la famosa fontana del melograno in ferro battuto.
Il castello ha visto le infelici vicende di Renato, importante membro di casa Challant che ricoprì gli incarichi più prestigiosi all’interno degli stati sabaudi ma che, come Francesco, signore di Verrès e primo conte di Challant, un secolo prima, non ebbe figli maschi. La causa per la successione al feudo durò oltre un secolo e indebolì irreparabilmente la famiglia.
Dopo un periodo di decadenza, il castello venne acquistato a fine ‘800 dal pittore torinese Vittorio Avondo che lo restaurò a sue spese con grande gusto e rigore, prima di donarlo allo Stato italiano.