Le Origini del Sacro Monte di Varallo
Fu il frate francescano Bernardino Caimi, già custode del Santo Sepolcro a Gerusalemme nel 1478, a progettare verso la fine del XV secolo la realizzazione di una “Nuova Gerusalemme” per consentire ai fedeli di vivere, attraverso la storia raccontata da dipinti e statue, la spiritualità del pellegrinaggio in Terrasanta ripercorrendone i luoghi simbolici. I materiali utilizzati dagli artisti per comporre le opere, sono quasi tutti reperibili in Valsesia.
Il Cinquecento
Fu Gaudenzio Ferrari, pittore, scultore e architetto, a dare forma al progetto di Caimi, lavorando al Sacro Monte per circa quindici anni. La riproduzione dei sacri luoghi della vita di Gesù fu lentamente sostituita dall’illustrazione cronologica della storia. Gaudenzio racconta gli episodi del Vangelo conferendo un senso di freschezza, emozione e semplicità quotidiana. Nelle sculture e negli affreschi ritrae personaggi veritieri che ogni fedele avrebbe potuto incontrare passeggiando tra le contrade di Varallo o nei sentieri verso gli alpeggi valsesiani. Il racconto si rendeva così facilmente comprensibile e credibile. Nella seconda metà del 500 l’architetto perugino Galeazzo Alessi ipotizzò una trasformazione del Sacro Monte in una vera e propria cittadella, abbellita da fontane, siepi, giardini e tempietti. Solo una piccola parte delle modifiche trovarono accoglimento e furono realizzate.
Il Seicento e il Settecento
È il vescovo di Novara Carlo Bascapè ad introdurre al Sacro Monte le indicazioni dettate dal Concilio di Trento. Il Concilio riconobbe la funzione educativa delle immagini per i fedeli, in gran parte analfabeti, purché esse fossero controllate e verificate. Bascapè si adopererà attivamente intervenendo per supervisionare e, in qualche caso, correggere le rappresentazioni in via di realizzazione. Il cantiere dei lavori che si sviluppa nel corso del XVII secolo vedrà nascere un Sacro Monte pressoché identico, negli spazi, a quello che possiamo visitare oggi. Nel 1614 inizia la costruzione della nuova basilica, dedicata a Maria Vergine Assunta, che sarà terminata nel 1713. Contemporaneamente, Varallo si trasforma in uno dei centri culturali e di formazione di maggiore importanza del Regno di Sardegna e viene fondata la Scuola di Disegno. Qui numerosi artisti attivi al Sacro Monte insegnano alle nuove generazioni la produzione d’arte unitamente al restauro delle opere dei predecessori.
L’Ottocento
L’edificazione del Sacro Monte, iniziata nel 1491, termina ufficialmente nel 1896 con l’apposizione della facciata della basilica. Il marmo bianco scelto per l’opera proviene da Carrara e fu trasportato a Varallo grazie alla linea ferroviaria inaugurata dieci anni prima. In città nel 1831 era stata fondata la Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno per sostenere la Scuola di Disegno. Nel 1875 nacque la Società di Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia impegnata nel creare una Pinacoteca che vedrà la luce nel 1885.
Nel 1980 la Regione Piemonte ha istituito un’area protetta denominata Riserva Naturale Speciale per salvaguardare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del Sacro Monte.